mercoledì 21 novembre 2007

col pane quotidiano, Dio c'entra ben poco

Arroma, a Campo de' Fiori, in uno dei famosi forni della zona, attaccata alla parete ci sta questa poesia di Neruda:

"Ho detto più di una volta
che il migliore poeta
è l'uomo che ci dà il pane quotidiano:
il fornaio più vicino che non si sente dio.
Lui compie il suo maestoso e umile lavoro
di impastare, mettere al forno, dorare e consegnare
il pane quotidiano con un obbligo comunitario.
E se il poeta arriva a raggiungere questa semplice coscienza,
la semplice coscienza potrà anche trasformarsi
in una parte di un colossale artigianato,
di una costruzione semplice o complicata,
che è la costruzione della società,
la trasformazione delle condizioni che circondano l'uomo,
la consegna della merce:
pane, verità, vino e sogni".

Pablo Neruda

Per questo, quasi ogni giorno, io ci ritorno in pausa pranzo per potermela rileggere, per guardare negli occhi i signori fornai e per sentire il profumo del pane buono.


[edit: non esiste pane cattivo. la giusta espressione di questo pensiero è: "e per sentire il profumo buono del pane."]


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